Centre for Musical Arts in Neaples, Italy

Centre for Musical Arts in Neaples, Italy 2018-05-04T09:50:36+00:00

Project Description

CENTRE FOR MUSICAL ARTS IN NEAPLES, ITALY

2005
Architects: Michelangelo Delli Paoli – Marco Palumbo – Altro Modo srl
Surface: 2500 sq.m.
Location: Napoli, ITALY
Type: Proyect

CENTRO PER LE ARTI MUSICALI A NAPOLI, ITALIA

2005
Progettisti: Michelangelo Delli Paoli – Marco Palumbo – Altro Modo srl
Superficie: 2500 mq
Ubicazione: Napoli, ITALIA
Tipologia: Progetto

CENTRO DE ARTE MUSICAL EN NAPOLES, ITALIA

2005
Arquitectos: Michelangelo Delli Paoli – Marco Palumbo – Altro Modo srl
Superficie: 2500 m²
Ubicación: Napoli, ITALIA
Categoría: Proyecto

E’ un luogo dove si produce, si conserva, si consuma la musica. E’ un contenitore dove trovano posto più attività, raggruppabili per funzioni: formazione: aule didattiche (corsi di perfezionamento, nuovi linguaggi musicali, aule a disposizione) informazione: biblioteca, archivio digitale, cineforum musicale, spazio mostre ed eventi produzione: incubatore di imprese legate alla produzione musicale, sale di registrazione, coproduzione di eventi, centro servizi ricerca: laboratorio dei suoni, apparati hardware e software disponibili, banca dati musicali consumo: sale per piccoli concerti al coperto, uno spazio concerti all’aperto, cafeteria, ristorante Il musicarium si propone di diffondere soprattutto le nuove culture musicali, in un ruolo complementare a quello di strutture istituzionali quali il Conservatorio (con cui definire dei programmi comuni), con speciale riguardo a quelle legate all’uso di nuove tecnologie.

Napoli è una delle capitali mondiali della musica: al pari di Vienna, Londra, New York, New Orleans, Napoli ha prodotto nei secoli, e ancora produce, un proprio “linguaggio” musicale, la cui tradizione si riversa oggi nell’elaborazione delle forme attuali, in cui la contaminazione, la varietà, costituiscono il valore aggiunto che spinge oltre la sperimentazione e la ricerca. Ma la musica è anche uno dei settori trainanti dell’economia dell’entertainment, ed oggi, dopo l’avvento di internet, cambiando le modalità di accesso, il suo consumo, le dinamiche di mercato, cambiano anche i modi di produzione, gli strumenti, le professionalità. Una struttura che sappia adattarsi a questo cambiamento, addirittura precorrerlo, formando i nuovi soggetti, stimolando la crescita e la diffusione della nuova cultura musicale, sfruttando il patrimonio genetico e l’eredità della tradizione, favorendo l’inserimento sul mercato della nuova produzione, è il senso di questo progetto.

Una scatola magica, con un’immagine antica e nuovissima. Porosa, perché continuamente si imbeve dei fermenti della città, e poi ne rilascia il succo, sotto forma di suoni; porosa, come il materiale di cui è fatta questa terra, il tufo. Proprio come un blocco di tufo, la scatola si affaccia sulla piazza e ad essa si apre, lasciando intravedere ciò che avviene al suo interno, deliberatamente, in modo che lo spettacolo sia tale già nella sua preparazione, ancora prima di essere rappresentato. Il blocco, con il primo livello sospeso, lascia libero gran parte del livello terreno, creando così uno spazio –una grande hall coperta- in continuità con piazza Italia, di cui si propone come il prolungamento visivo (è ipotizzabile un sottopasso per le auto in corrispondenza del Musicarium); ciò viene sottolineato dalla pavimentazione che dalla piazza passa “sotto” il volume, e girando in verticale diviene uno schermo che cinge la scatola. La hall è la grande area di accoglienza della struttura, e sotto il cielo della scatola è possibile incontrarsi ed ascoltare, spostandosi, musiche e suoni diversi, magari provenienti da paesi diversi, collegati live con la struttura. Questo spazio può all’occorrenza essere chiuso da un sipario metallico che, come in un teatro, ci ricorda la vocazione dell’edificio. Dei sipari -rossi- chiudono i grandi pori della struttura quando questi non sono utilizzati. All’interno, in un contenitore dedicato, come la cella di un tempio, è lo spazio dedicato alla musica napoletana, il nucleo da cui tutto è generato, la tradizione che tutti (come una religione) portano dentro.

“Crediamo che questa città abbia in sé tanti motivi e possibilità per cambiare, evolversi in una città moderna, al pari delle grandi capitali europee. Crediamo che abbia dentro di sé le energie e le idee per farlo, e che queste appartengano alle nuove generazioni di professionisti. Sarebbe sufficiente, oltre che doveroso, permettere loro l’accesso, la possibilità di esprimersi, di modo che questo patrimonio non si disperda, perché qualsiasi cultura, ma soprattutto quella architettonica, è destinata a morire senza la pratica, senza la sua applicazione nella vita